Sui ricorsi già ieri la titolare del dicastero di viale Trastevere aveva minimizzato: un «numero piccolissimo», poche unità rispetto ai 165 mila candidati. Non è dello stesso parere l'Anief secondo cui la «vittoria» ottenuta a Palazzo Spada, con il ribaltamento di quanto deciso dal Tar del Lazio nelle scorse settimane, è l'ennesima prova che l'azione legale intrapresa per migliaia di candidati esclusi ha e aveva le sue ragione giuridiche. I laureati hanno diritto a partecipare a tutte le prove ma a vedersi riconosciuto l'inserimento nelle finali graduatorie di merito soltanto dopo il definitivo pronunciamento, se favorevole, del giudice amministrativo, afferma l'associazione sindacale che ha patrocinato ricorsi per oltre 25 mila esclusi e chiede al Miur una nuova calendarizzazione delle prove del concorso ammettendo tutti coloro che hanno presentato domanda cartacea. Un'ammissione di massa che si scontra con quanto previsto nel provvedimento dello scorso 12 aprile con il quale il ministero dell'Istruzione ha reso noto il calendario delle prove e nel quale si precisa che saranno ammessi al concorso soltanto i ricorrenti muniti di ordinanze o di decreti cautelari dei giudici amministrativi loro favorevoli. Certo è che se pure le ordinanze di Palazzo Spada riguardano casi singoli sono un segnale importante per tutti gli altri ricorrenti che devono ancora attendere la discussione del ricorso innanzi al Tar.
A viale Trastevere si sta monitorando la situazione; gli uffici scolastici regionali sono stati allertati ed è stata allestita una scorta di postazioni pc per far fronte a evenienze che vanno dai guasti tecnici a un sovrannumero di candidati. Resta il problema dei tempi. Per alcune classi di concorso le prove sono già state svolte. Non è da escludere dunque l'ipotesi di prove suppletive per i ricorrenti in modo da consentire ai beneficiari di provvedimenti cautelari favorevoli di svolgere le prove, qualora i provvedimenti di ammissione con riserva dovessero intervenire in ritardo rispetto alle date già fissate. Sembra essere rientrata invece la polemica sul compenso dei commissari.
Non verranno un euro all'ora come è stato detto, ma a candidato ha precisato anche oggi il sottosegretario Davide Faraone confermando che è stato introdotto, in un dl al Senato in questi giorni, un emendamento governativo che raddoppia le retribuzioni rispetto a quelle dello scorso concorso: un commissario potrà prendere in media dai 7/800 euro fino ai 3/4.000 euro nel caso dei presidenti di commissione.
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