Palermo

Tagli degli stipendi in arrivo per i presidi siciliani

Decurtazioni dai 2.300 ai 4.300 euro all'anno, a seconda della fascia di complessità della scuola che guidano. L'Anief: "La decisione è stata presa in modo unilaterale dall'Ufficio scolastico regionale"

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Taglio degli stipendi in vista per i presidi siciliani. A denunciarlo l'Anief, il sindacato nato in Sicilia e adesso diffuso su tutto il territorio nazionale. Così, i dirigenti scolastici dell'Isola, anziché vedersi incrementare la retribuzione per effetto delle enormi responsabilità connesse alla propria attività quotidiana e a quelle che scaturiscono dalla Buona scuola, si vedranno decurtare lo stipendio. Si va dai 2.300 ai 4.300 euro all'anno, a seconda della fascia di complessità della scuola che guidano. Secondo l'Anief, "la decisione è stata presa in modo unilaterale dall'Ufficio scolastico regionale, in applicazione della Legge 122/2010, che ha stabilito il blocco degli stipendi". Blocco che in Sicilia non sarebbe avventuto perché, per gli anni scolastici "che vanno dal settembre 2012 all'agosto 2015 l'Usr non ha bloccato gli stipendi, ma li ha soltanto tagliati".

Per comprendere meglio la questione è bene fare un passo indietro. I dirigenti scolastici percepiscono uno stipendio suddiviso in tre fasce: tabellare (uguale per tutti), di posizione (in relazione alla complessità della scuola che dirigono) e di risultato, in base ai risultati raggiunti. Ma quest'ultima parte, visto che mancava la normativa attuativa, è stata finora conglobata nella retribuzione di posizione. Ma a settembre parte la valutazione dei capi d'istituto e dal Fun (il fondo unico nazionale), che per la parte della retribuzione di posizione e di risultato viene contrattata a livello regionale, occorrerà sottrarre la quota che premierà i presidi migliori. Ma non solo, relativamente agli anni in cui sono stati sottoscritti i contratti regionali - 2012/2013, 2013/2014 e 2014/2015 - la ragioneria generale dello stato ha posto dei rilievi sulla modalità di calcolo della quota premiale e di quella sulla complessità delle scuole. Risultato: i presidi siciliani nei prossimi mesi si percepiranno buste paga più leggere, se non si troverà un'altra soluzione.
 
Ma non solo: il taglio inciderà anche sul "calcolo della pensione e della buonuscita, per cui i dirigenti subiranno un danno non solo oggi, ma anche al momento di andare in pensione". Ecco un esempio. "Un dirigente andato in pensione il primo settembre 2014 percepirà 175,43 euro in meno al mese rispetto al collega andato in pensione due anni prima e, con quaranta anni di servizio, perderà anche circa 6mila euro di buonuscita". In alcuni casi, come per i presidi già andati in pensione, si potrebbe creare la spiacevole situazione di dovere restituire somma già percepite. Per l'Anief, quella adottata da via Fattori sarebbe una procedura illegittima. Mentre la Flc Cgil siciliana sta valutando eventuali azioni per sanare la questione. "In Sicilia, per effetto di una serie di posti vacanti - spiega Franca Giannola, a capo della Flc Cgil regionale - è devastante. E stiamo valutando il da farsi".