insegnanti 2 protestaContinua la protesta degli insegnanti siciliani contro i trasferimenti forzati al Nord.

Tante le città dove si sono svolti sit-in degli insegnanti, da Messina a Palermo, e ancora a Catania e Ragusa.

Il motivo della protesta: l’annullamento delle operazioni di mobilità e la creazione di una graduatoria unica del trasferimento per ambito territoriale provinciale che tenga conto, fatte salve le priorità della 104, del punteggio degli anni di servizio pre-ruolo e dei titoli di studio e specializzazione acquisiti.

insegnanti protesta 1Coloro che hanno manifestato lunedì mattina a Ragusa, hanno chiesto l’annullamento dei trasferimenti interprovinciali di scuola primaria e secondaria inferiore pubblicati nei giorni scorsi. Perché, secondo quanto dichiarato dagli interessati e in base a quanto riscontrato dai sindacati, l’algoritmo che ha provveduto ai trasferimenti, in parecchi casi, non avrebbe rispettato l’ordine di punteggio per assegnare ai docenti gli ambiti territoriali per il prossimo anno scolastico, ma avrebbe seguito altri criteri. E docenti con punteggi più alti si ritrovano al Nord, mentre colleghi con meno punteggio in Sicilia o in sedi meno disagiate. A Ragusa tutte con un foglio in mano dove risultava scritta la destinazione, chi a Milano, chi a Padova, chi a Belluno chi a Como e chi a Roma, anche dopo 20 anni di servizio. Chi, come Tania, insegnante sciclitana, si vede costretta a lasciare 3 figli (gemelli) a casa con i nonni!

Una situazione che, considerata l’età di tanti ex precari, rischia di mettere in crisi famiglie con bambini piccoli o genitori anziani da accudire. Per Marcello Pacifico, leader dell’Anief, si tratta “di 50mila docenti meridionali in prevalenza ultra quarantenni e cinquantenni, che rischiano fortemente da questa estate di essere ‘nominati’ per andare ad insegnare in una delle cento province italiane, anche lontana centinaia di chilometri dai propri cari”.