Bari

Scuola, i presidi scelgono gli insegnanti con i provini: "Troppa discrezionalità"

I sindacati denunciano situazioni limite: al liceo Nuzzi di Andria si applica la parità di genere, a Toritto una 'fertile' attività didattica. E c'è chi chiede di simulare lezioni da 15 minuti

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C'è chi chiede all'aspirante docente di simulare una lezione di quindici minuti e c'è chi applica la parità di genere nella selezione dei professori. I presidi più autoritari invocano, invece, un 'insindacabile giudizio' nella scelta dei docenti da assumere. E non mancano i dirigenti che indagano sulla vita privata delle candidate più giovani con domande sulla volontà di avere figli. È la chiamata diretta 'fai da te': scuola che vai, criterio che trovi.

Da quest'anno, infatti, per la prima volta i presidi possono scegliere i docenti presenti nel proprio ambito territoriale selezionandoli tra quelli che più corrispondono per profilo alle necessità dell'offerta formativa. La novità introdotta dalla Buona scuola del governo Renzi rivoluziona le modalità di reclutamento degli insegnanti. Il risultato, però, è un'ampia discrezionalità nella scelta e l'assenza di omogeneità tra istituti scolastici, come denunciano i sindacati.

In Puglia a rispondere all'appello, inserendo i curriculum nell'apposita piattaforma web ministeriale, sono stati 2.017 docenti di scuola secondaria pari al 91 per cento. L'adesione per la scuola primaria, invece, è stata dell'88 per cento. Così ogni scuola ha pubblicato gli avvisi per i posti disponibili indicando i requisiti necessari per partecipare.

Singolare l'indicazione fornita dal liceo scientifico Nuzzi di Andria che ha intenzione di adottare, per i quattro posti vacanti, il criterio della parità di genere. "Nel rispetto delle pari opportunità sarà preferita la scelta di un docente di sesso maschile e uno di sesso femminile" si legge nel bando. "È un criterio un po' forzato - commenta Francesco D'Ambra, segretario della Flc Cgil Bat - si applica la logica delle quote in un ambito come quello scolastico in cui non c'è terreno di discriminazione: non capisco ad esempio perché una seconda donna in gambissima debba essere sacrificata per prendere un uomo o viceversa ".

Ma non è l'unica originalità richiesta dal dirigente scolastico del liceo di Andria. I docenti che vorranno insegnare al "Nuzzi" dovranno affrontare un colloquio che si preannuncia, in realtà, come una sorta di esame: bisognerà infatti simulare un intervento didattico della durata di quindici minuti. Eppure il ministero dell'Istruzione aveva chiarito, all'inizio di tutte le procedure, che il colloquio non prevede per i docenti da selezionare prove di alcun genere. "Non è una procedura concorsuale per l'accertamento dei requisiti del ruolo docente - avevano messo nero su bianco gli esperti ministeriali - Ha lo scopo di dare al docente la possibilità di illustrare il proprio curriculum".

L'Anief, associazione nazionale professionale degli insegnanti, sta raccogliendo tutte le segnalazioni e ha annunciato ricorsi al Tar. "Una cosa è il colloquio, un'altra l'esame - osserva ancora il sindacalista della Cgil D'Ambra - e di esami i nostri docenti ne hanno già affrontati e superati di enormi". Chiede mani libere, invece, il preside della scuola media Bosco-Manzoni di Toritto che, oltre ai titoli, ha indicato come requisito preferenziale l'aver svolto una 'fertile' attività didattica nella stessa scuola nell'anno 2015/2016 "attestata dal dirigente scolastico a suo insindacabile giudizio".

"A Toritto hanno avuto il coraggio di metterlo nero su bianco ma è proprio quello che sta accadendo - avvisa il segretario Flc Cgil Bari, Ezio Falco - c'è l'assoluta discrezionalità del dirigente che non si fa scrupoli nei colloqui a chiedere alle aspiranti docenti se hanno figli o se hanno intenzione di averne: abbiamo avuto molte segnalazioni di questo tipo".

A questo si aggiunge l'assenza di omogeneità nelle date della chiamata diretta che deve essere accettata o rifiutata entro 24 ore. "Né ministero né ufficio scolastico regionale si sono uniformati per individuare un'unica data - prosegue Falco - così se un candidato ha presentato più domande in più scuole è costretto ad accettare la prima proposta che gli arriva anche se non è la più vantaggiosa".