Lunedì 29 Aprile 2024

Buona scuola, "è un flop". Centomila supplenti nelle classi

Stessi buchi dello scorso anno. Pesano le bocciature del concorsone

A scuola

A scuola

Roma, 8 settembre 2016 - Oltre 100 mila supplenti, dalla scuola primaria alle superiori, di cui 35mila di sostegno. Evidentemente poco o niente ha potuto la riforma della ‘Buona scuola’ contro la ‘supplentite’. E, tra un record di bocciature al concorso, distacchi, assegnazioni provvisorie e classi di concorso esaurita, è corsa contro il tempo per completare gli organici mentre già alcune scuole hanno riaperto i battenti. I posti che dovevano essere coperti con il concorsone? Il sito Tuttoscuola aggiorna i dati ogni giorno (riportando anche quelli degli Uffici scolastici regionali) ed il bilancio è magro: rispetto ai 63.712 posti a concorso e considerando i 4.822 già coperti dalle graduatorie di merito approvate (ieri salite al 25%), il tasso effettivo di copertura è pari al 7,6%. Un posto su tre messo a concorso docenti non verrà mai assegnato perché il numero di vincitori è inferiore a quello dei posti messi a bando.

La scuola italiana inizia, dunque, con una percentuale di supplenti annuali all’incirca pari a quella dell’anno scorso (il 13% del totale dei docenti che, tra prof e maestri, si aggira sulle 750 mila persone). In pratica, spiega Marcello Pacifico dell’Anief, «il 75% dei posti messi a concorso non sono andati in ruolo e all’inizio delle lezioni un insegnante su 7 mancherà». Insieme a questo, continua Pacifico, «c’è la beffa di molti posti messi a concorso senza la disponibilità delle cattedre. In sicilia 39 vincitori della cattedra di geografia resteranno a casa perché, fatto il concorso, poi non c’è il posto… Situazione simile a Roma».

A dare a uno sguardo alle tabelle, uscite proprio ieri, si nota che sempre in Sicilia non esistono posti né per italiano e storia né per italiano e latino in nessuna delle province siciliane. E situazioni del genere si profilano in varie regioni italiane. «Inizia – conclude Pacifico – il più disastroso anno scolastico, disastroso perché non è vero che una riforma è meglio di niente, si è fatta una legge in tre mesi, con audizioni frettolose, senza la debita riflessione».

La legge 107, dunque, incontra sul campo diverse difficoltà nel mettere fine al precariato e alla ‘supplentite’. Del resto delle 103mila assunzioni promesse per l’anno 2015/2016, il Miur è riuscito a effettuarne soltanto 87mila e 600. Intanto ieri la ministra Stefania Giannini ha firmato il decreto che dà il via libera alle immissioni in ruolo per l’anno scolastico che si sta aprendo: i posti disponibili, dopo le operazioni sulla mobilità, sono 29.720 (22.499 posti comuni e 7.221 posti per il sostegno). «In due anni il governo ha immesso in ruolo quasi 120.000 insegnanti fra piano straordinario di assunzioni e le immissioni che si chiuderanno nei prossimi giorni» ha spiegato il ministro osservando che si tratta di un «risultato storico per la scuola che dà maggiore stabilità all’organico e quindi più continuità didattica».

Un altro fronte aperto è quello della chiamata diretta. Pare che in diverse scuole gli Uffici scolastici regionali, a cui i presidi che non hanno trovato un candidato adatto al Piano dell’offerta formativa della propria scuola hanno demandato la copertura delle cattedre, abbiano ignorato i criteri stabiliti dalle stesse scuole. «Alcune scuole si troveranno per tre anni insegnanti che non corrispondono al loro Pof» spiegano i sindacati.