Aggiornamento imposto? «Docenti, dite no»
La Flc Cgil minaccia di ricorrere al giudice del lavoro. «Ci si può sottrarre al ricatto professionale»
«Tremila docenti ostaggio dei dirigenti che impongono l’aggiornamento a scuola: è una forzatura senza il contratto di lavoro». Il sindacato Flc Cgil di Pordenone non ci sta e minaccia la vertenza davanti al giudice del lavoro. «No all’aggiornamento-trappola – incalzano i Comitati di base della scuola – e stop ai dirigenti-sceriffi». I docenti ribelli non ne vogliono sentire parlare di 50 oppure 120 ore di aggiornamento a rimborso zero in 42 scuole del Friuli occidentale. Pagheranno di tasca propria i dirigenti che impongono l’aggiornamento a maestre e professori? Intanto, venerdì incroceranno le braccia Cobas, Unicobas, OrSa, poi Cub, FederAta, Anief e Usb: reclamano l’abolizione della legge di riforma “Buona scuola”.
«L’Ambito 10 e l’11 delle scuole provinciali con a capo i dirigenti Piervincenzo Di Terlizzi e Giovanni Dalla Torre hanno attivato un progetto provinciale sulla formazione coatta dei docenti – a svelare il piano 2017 dell’Associazione nazionale presidi a Pordenone è Mario Bellomo di Flc –. L’obiettivo è indurre i collegi docenti ad approvare il famigerato piano di formazione: tutti devono sapere, invece, che possono sottrarsi a quello che rischia di diventare un ricatto professionale». Il contratto di lavoro è scaduto otto anni fa: quello che prevedeva il diritto-dovere di aggiornamento (volontarie le scelte dei corsi). «Ogni singolo insegnante in collegio docenti può dichiarare a verbale il suo “no” alla formazione coatta: significa dire no a una trappola – ha indicato Bellomo –. Deve risultare a verbale, con la formula che provvederà in proprio ad aggiornarsi». Prove tecniche per scansare il piano di formazione a zero euro: tranne che per i gettoni ricchi a coordinatori e relatori dei corsi di aggiornamento. «Le agenzie di formazione sono in debito di ossigeno con la crisi? – è la provocazione del sindacato Anief –. La soluzione è quella di costringere migliaia di docenti ad ascoltare per un centinaio di ore relatori spesso noiosi e improvvisati».
«Per il momento non esistono disposizioni precise – ha detto un funzionario dell’ex Provveditorato –: la legge 107 parla di aggiornamento obbligatorio e strutturale». Ma 40 milioni di euro, ovvero circa 5 mila euro per ogni scuola, non ci sono. «I collegi dei docenti – ha consigliato Bellomo – votino no all’aggiornamento-trappola».(c.b.)
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