Il Tirreno

Grosseto

Sciopero scuola: 12 istituti chiusi e disagi

di Gabriele Baldanzi
Sciopero scuola: 12 istituti chiusi e disagi

Sindacati di base in rivolta contro la riforma, il personale incrocia le braccia. E a quanto pare non finisce qui

18 marzo 2017
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GROSSETO. Anche a Grosseto, ieri, una buona parte del personale scolastico ha incrociato le braccia. Alcuni sindacati di base, tra cui Cub, Cobas, Unicobas, FederAta (che riunisce il personale Ata), Orsa, Usb e Anief, avevano infatti proclamato uno sciopero generale contro la legge 107 (quella della “Buona scuola”) e gli otto decreti attuativi varati dal governo e accusati di aggravare le brutture della riforma.

Scuole chiuse. E i disagi ci sono stati, eccome. Ovunque. A partire dalle materne fino al superiore. In città e in provincia l’adesione è andata infatti oltre le previsioni, con una dozzina di scuole chiuse per mancanza di sorveglianza. Stando a quanto comunicato da Cobas, le scuole “chiuse” risultavano le seguenti: l’istituto comprensivo di Orbetello al completo, l’Iti Manetti, una scuola dell’infanzia a Follonica e quella di Barbanella a Grosseto, la scuola media di Santa Fiora e la Galilei in città. E ancora la materna di Alberese, le medie della Marsiliana e di Saturnia, il plesso infanzia-primaria di via Rovetta e l’elementari di Braccagni. In altri istituti, tipo l’Isis Leopoldo II di Lorena, pur senza custodi e sorveglianza, le lezioni sarebbero state ugualmente garantite.

La protesta a Roma. La protesta, ovviamente, aveva carattere nazionale e a Roma, in mattinata, ha preso forma attraverso una manifestazione e un presidio sotto il palazzo che ospita il ministero dell’Istruzione, a cui ha partecipato anche una delegazione di quindici grossetani.

Mancata vigilanza. In diverse scuole della provincia la carenza di personale ha costretto i genitori a riprendersi i figli e tornare a casa. «Dove le lezioni sono state garantite per decisione dei dirigenti valuteremo se intraprendere denunce e azioni legali – spiegano i Cobas – dato che si profila un comportamento antisindacale. Ci chiediamo inoltre se le famiglie dei ragazzi siano consapevoli, in questi casi, delle conseguenze che possono scaturire da una mancanza di vigilanza».

Altri scioperi in vista. La protesta riguardava anche il blocco dei contratti, che prosegue da nove anni. Insomma lo sciopero di ieri – come ha confermato il leader dei Cobas grossetani Giuseppe Follino – è solo il prologo a una lunga vertenza, l'inizio di un percorso di lotta che verrà portato avanti nelle assemblee di scuola e con altri scioperi a oltranza in occasione degli scrutini.

Cosa non va. Ma per cosa protestano esattamente insegnanti, Ata e perfino studenti e genitori? «Gli effetti immediati della riforma sono molteplici – spiegano in una nota gli insegnanti e i custodi grossetani che ieri erano a Roma –. Innanzitutto vengono aggrediti i diritti dei diversamente abili, ai quali sono negate adeguate attività di sostegno e messo in discussione il diritto al diploma di scuola media; poi vengono ulteriormente favorite le scuole materne private e non garantito il diritto di accesso alla scuola dell'infanzia statale laica e gratuita; non è previsto alcun investimento per garantire nuove strutture scolastiche e il diritto allo studio per i meno abbienti, mentre in futuro per ottenere il diploma di scuola superiore studenti e studentesse vengono costretti a superare le prove a quiz Invalsi e a partecipare a centinaia di ore di attività di alternanza scuola lavoro gratuite e spesso dequalificate. Infine i nuovi insegnanti reclutati vengono costretti a un periodo di tirocinio sottopagato».

L’infortunio. Da segnalare, infine, che alla scuola media Vico di via Uranio, proprio ieri, in coincidenza con una ridotta sorveglianza da parte del personale Ata, un bambino di 12 anni si è fatto male a scuola. È stato portato al pronto soccorso, visitato, tenuto sotto osservazione e infine rimandato a casa. Solo un grande spavento.

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